I Magredi, un fiume di ciottoli bianchi che affiora maestoso dove i fiumi Cellina e Meduna si incontrano e si inabissano, formando un immenso bacino idrico sotterraneo. Le acque dei due fiumi, sprofondando sotto terra, lasciano in superficie lucenti sassi bianchi, tondi e levigati, ed un ambiente naturale tra i più interessanti e inconsueti del Friuli Venezia Giulia. Stupefacente frutto di una natura che non finisce di stupire anche quando si fa spoglia, ostinata e dura, i Magredi ( le “Terre Magre”) sono spazi sconfinati, dove pare il tempo sia sospeso.
Alle loro spalle si staglia la splendida cornice del massiccio del Cavallo, visibile a distanza. Unica e aspra è la loro vegetazione, simile per molti aspetti alla steppa russa e alla puzta ungherese, che presenta un insieme di rarità botaniche quali la Crambe tataria (una crucifera che fiorisce solo qui e in alcune aree attorno al lago Balaton in Ungheria) o la Brassica glabrescens, un delicato fiorellino giallo che pare abbia scelto di crescere esclusivamente in questo posto e in nessuna altra parte del mondo. Altrettanto interessante e rara è la fauna, che ha nell’Occhione (uccello dal bulbo oculare molto accentuato) uno dei suoi esemplari più tipici.
Gli oltre 43.000 ettari dei Magredi compresi tra i comuni di Cordenons, Maniago, San Quirino e Vivaro sono stati designati nel novembre 2013 “Zone Speciali di Conservazione” (ZSC). La “steppa pordenonese” è una bellissima esperienza da vivere in bicicletta, con escursioni in carrozza o semplicemente a piedi: spettacolare è la primavera, quando si tinge dei delicati colori pastello delle fioriture.